Il cielo sa essere triste più dell’umanità dinanzi alle miserie di cui l’uomo è capace…
Le ciel est triste et bas. Chacun porte sa misère comme un vieux cuir imbibé d’eau. D’où vient ce cri lugubre ? Cette parole assombrie à voix basse qui glisse le long des murs ? On s’attend d’un instant à l’autre qu’une hulotte pleure sur des ruines, qu’une silhouette en chemin perde des morceaux d’ombre, qu’une jolie femme devienne vieille et que des mots deviennent poussière.
Le ciel est triste et bas.
Il cielo è triste e basso. Ognuno porta la sua miseria come un vecchio cuoio marcio d’acqua. Da dove viene questo grido cupo? Questa parola soffocata a bassa voce che scivola lungo i muri? Attendo improvvisa una civetta che piange sulle rovine, una sagoma che perde pezzi d’ombra lungo la strada, una bella donna che invecchia e le parole che diventano polvere.
Il cielo è triste e basso.
Lirica tratta da “Le Midi des coquelicots” di Michel Cosem, raccolta tradotta da Mirta Basilisco e Stefania Ruggieri, pubblicata ne “Il Mezzogiorno dei papaveri”, Quid Edizioni, Maggio 2024, pag. 61.